venerdì 16 agosto 2013

Riconosco di essere prigioniera della mia mente onnivora. Presa in ostaggio.
 Ho venduto una serie di tazze da te' ( decorate  tra dicembre e gennaio) . Penso che ne produrrò ancora, nuova collezione agosto/settembre. 
Sono ostaggio del mio business  (metafora sulla quale adoro indulgere) e fisicamente non predisposta a impacchettare i miei vestiti e andare.
Dovrei forse incontrare l'organizzatore della biennale di Dubai al quale bisogna risarcire il biglietto d'aereo per selezionare gli artisti? 
No.
La mia mente creativa ha un voyeristico bisogno di stabilità geografica e non è per nulla insoddisfatta.
Ho passato ore a decifrare segni , per concludere che l'unica cosa davvero degna di nota e' il mio respiro, l'unico collegamento sensato con la vita e' la sdraietta acquistata a giugno e ammortizzata con un solo fugace appuntamento sulla spiaggia. Fantastico.
Essere felice in modo duraturo? Si può. 
La felicità e' una condizione mentale che non sfrutta legami oggettivi con la realtà. È il risultato anzi, di un allontanamento dalla realtà stessa. 
Fare astrazione dalla realtà non significa rifugiarsi in un mondo irreale, al contrario. Significa superarla, uscire dai margini di un'educazione repressiva, fatta di regole generali e non personalizzabili.
C'è una politica religiosa che rende irrimediabilmente infelici. 
Con le mie acquisizioni anarchiche sono finita fuori dagli schemi. Voglio ammirare l'alba e vedere il mio cane che dorme sul letto, in camera. Voglio un caffè e sentire che non c'è assolutamente nulla di più assolutamente perfetto ora.